giovedì 9 aprile 2009

Commento all'articolo "La via dei simboli".


"Simbolo: elemento della comunicazione, rappresentante un concetto o quantità. Esso è un segno che può essere di tipo:
  • convenzionale, ovvero tale in virtù di una convenzione sociale;


  • analogico, cioè capace di evocare una relazione tra un oggetto concreto e un immagine mentale".

Con il continuo e repentino cambiamento dei mezzi di comunicazione si spiega la necessità della società "moderna" di sperimentare nuovi linguaggi, soprattutto quelli simbolici. Questo necessariamente si riflette, anzi DEVE riflettersi nell'architettura e nel suo modo di rispondere ai vari cambiamenti nel corso della storia.

Un oggetto divine simbolo quando ha il potere di evocare, di richiamare alla memoria un'esperienza, un momento forte che può essere personale o collettivo. Esso convoglia in sè il senso dell'esperienza vissuta, di "mettere insieme". Così l'architettura da segno diviene simbolo e così facendo permette di richiamare su se stessa significati comuni, che creano un forte senso d'identità. Ma per poter far questo essa deve spogliarsi del suo aspetto puramente funzionale, che ormai può essere cosiderato interamente assorbito nella parola architettura, e deve poter comunicare chi è, cosa rappresenta e a quale realtà appartiene.

Infatti, l'architettura dell'era informatica, che comunica per simboli, va oltre il linguaggio comune e risponde in maniera più ampia alle esigenze della nostra società globalizzata. Per un'opera architettonica comunicare e diventare un riconoscibile punto di riferimento è estremamente determinante ma c'è da dire che vi deve essere, sia un grande intuito del progettista affinchè l'opera venga riconosciuta come simbolo, e sia un processo di accettazione da parte della città e dei suoi abitanti.

giovedì 26 marzo 2009

Commento lezione 2 2009.

Dalle "tre ondate" alla pubblicità e i mass-media.
In " The Third Wave" Alvin Toffler afferma che nella storia dell'economia e della cultura umana vi sono "3 ondate". La prima è l'agricoltura, la seconda è l'industria, la terza è l'informazione. Mi è capitato di sfogliare qualche pagina del libro " il nuovo libro della pubblicità" in cui viene analizzato il fatto che "le tre fasi non si annullano ma si sovrappongono: nelle ere successive rimane l'agricoltura altrimenti moriremmo di fame, e allo stesso modo nell'era dell'informazione rimane l'industria perchè è necessario continuare a produrre gli oggetti di cui ci serviamo.
Ma è l'elemento dominante che cambia: il modo di comunicare.
La comunicazione è da sempre un elemento fondamentale nella natura dell'uomo, infatti niente di tutto quello che definiamo "umano" può avvenire senza scambio di informazioni, di pensieri e soprattutto senza l'utilizzo della parola".
Tutto questo negli anni ha assunto varie forme e sviluppi: con l'industrializzazione infatti le industrie in espansione sentirono il bisogno di allargare il proprio mercato dando così grandissima rilevanza al ruolo della pubblicità. Essa oggi può essere definita per la sua grande espansione un "fenomeno sociale" poiché ha assunto ruoli diversi che vanno oltre quello informativo, essendo la nostra una società basata sul consumismo; e un fatto ormai evidente a tutti è quello che la pubblicità ci assedia senza soste e con ogni mezzo inculcandoci in modo manifesto o meno un determinato prodotto piuttosto che un altro.
"Questo mondo" , se così volgiamo chiamarlo, sviluppa le sue radici tra i vari mezzi di comunicazione di massa che ne esaltano e rendono possibile la veloce diffusione, sempre di più e sempre con tecnologie più avanzate.
Alcune settimane fa, al telegiornale, ho sentito la notizia che molte sedi di Giornali storici chiuderanno. Questo può, a mio parere, essere definito come momento di crisi. Infatti nella fase di transizione che questo settore sta vivendo tra vecchio e nuovo (web) modello di giornale probabilmente alcuni quotidiani abbandoneranno del tutto la carta passando al digitale, e forse in attesa di nuovi sviluppi riguardo alla sorte della stampa cartacea a noi non resta che sperare nelle potenzialità e nella crescita del giornalismo online, perchè ormai è internet lo strumento che ci da la possibilità di scegliere come e dove trovare informazioni.

lunedì 16 marzo 2009

Crisi dell'architettura. Riflessioni

Continuamente l'architettura ha dovuto affrontare periodi di "crisi" ai quali non sempre ha saputo rispondere adeguatamente e comunque non subito. In un momento storico come questo che stiamo vivendo, in cui siamo circondati da un generale dissesto di tutta la nostra società, essa non si sottrae.
Ogni periodo storico, come abbiamo potuto constatare nel tempo, ha prodotto le sue architetture e questo ha portato a darle delle definizioni sulla base di qualità sociali, politiche e culturali che esso produce. Conosciamo quindi l'architettua neoclassica, moderna, razionalista, decostruttivista, ecc...ma con quale aggettivo possiamo definire il tentativo attraverso la quale l'architettura tenta di rispondere a questa ennesima fase?
L'aggettivo comunemente utilizzato è bioarchitettura. Una "strada" sicuramente necessaria e che forse finalmente da al progettista una maggiore consapevolezza di lavorare per l'uomo e per la sua salute psicofisica, e forse ristabilisce in un certo senso quell'antica unione tra architettura e tecnologia.