- convenzionale, ovvero tale in virtù di una convenzione sociale;
- analogico, cioè capace di evocare una relazione tra un oggetto concreto e un immagine mentale".
Con il continuo e repentino cambiamento dei mezzi di comunicazione si spiega la necessità della società "moderna" di sperimentare nuovi linguaggi, soprattutto quelli simbolici. Questo necessariamente si riflette, anzi DEVE riflettersi nell'architettura e nel suo modo di rispondere ai vari cambiamenti nel corso della storia.
Un oggetto divine simbolo quando ha il potere di evocare, di richiamare alla memoria un'esperienza, un momento forte che può essere personale o collettivo. Esso convoglia in sè il senso dell'esperienza vissuta, di "mettere insieme". Così l'architettura da segno diviene simbolo e così facendo permette di richiamare su se stessa significati comuni, che creano un forte senso d'identità. Ma per poter far questo essa deve spogliarsi del suo aspetto puramente funzionale, che ormai può essere cosiderato interamente assorbito nella parola architettura, e deve poter comunicare chi è, cosa rappresenta e a quale realtà appartiene.
Infatti, l'architettura dell'era informatica, che comunica per simboli, va oltre il linguaggio comune e risponde in maniera più ampia alle esigenze della nostra società globalizzata. Per un'opera architettonica comunicare e diventare un riconoscibile punto di riferimento è estremamente determinante ma c'è da dire che vi deve essere, sia un grande intuito del progettista affinchè l'opera venga riconosciuta come simbolo, e sia un processo di accettazione da parte della città e dei suoi abitanti.
Si è aperta una discussione su FB in merito al metodo di insegnamento del prof.Saggio e a l'utilizzo del blog. Sarebbe interessante un confronto.
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A lunedi!